Tra il convento e la cascina: cinquanta ragazzi a scuola di antimafia

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A Bosco Marengo, in questi giorni, ragazzi giovanissimi, provenienti da tutta Italia, fanno la loro prima esperienza sociale con Libera e lo Spi Cgil. Il campo si tiene in un antico complesso monumentale e nel primo bene confiscato alla mafia in provincia di Alessandria. Carlo Piccini (Libera Alessandria): il campo è un luogo di confronto tra appartenenze diverse che si parlano.

L’esperienza ha un tratto di unicità, se non altro per l’importanza e l’alto valore simbolico dei luoghi. Il campo antimafia di Bosco Marengo si tiene quest’anno tra lo splendido complesso monumentale di Santa Croce e Tutti i Santi e Cascina Saetta. Il primo è un gioiello artistico fatto costruire nel Cinquecento da Papa Pio V, composto da una chiesa e da un ex convento domenicano. Ha assunto una eco in anni recenti per aver ospitato per due volte il World Political Forum, organizzazione fondata e diretta da Michail Gorbaciov.

Cascina Saetta è invece il primo bene confiscato alla mafia in provincia di Alessandria. Il nome della cascina che una volta apparteneva alla cosca Fiandaca-Emmanuello, vicina al clan dei Madonia, viene dal magistrato Antonio Saetta, fatto assassinare proprio dai Madonia nel 1988. Dopo un lungo e tortuoso cammino durato più di 10 anni, il bene viene finalmente restituito alla comunità grazie all’impegno del coordinamento provinciale di Libera e all’associazione Parcival. «Oggi la legalità – dicono dalla cascina – ha un nuovo profumo». Quello dei fiori e delle piante coltivati nel laboratorio di acquaponica ospitato nella serra della struttura.

In questi giorni ragazzi giovanissimi provenienti da tutta Italia, fanno la loro prima esperienza con Libera e lo Spi Cgil. Un parte di loro si è dedicata alle coltivaizoni idroponiche, e una parte alle attività di pulizia e cucina nell’enorme convento di Santa Croce, dove tra l’altro i ragazzi alloggiano.

 

Accanto al lavoro, come sempre la formazione. Carlo Piccini, referente Libera Alessandria, ha spiegato ai ragazzi l’importanza di partecipare ai campi di “Estate Liberi!”. «Come dice il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, l’antimafia si fa con chi c’è e come si può. Il significato è il seguente: trasversalità massima, associazioni, individui, sindacati, chiesa, soggetti diversi che si parlano tra loro in nome della giustizia e della lotta alla mafia».

Assunta De Caro, segretaria organizzativa dello Spi Cgil Piemonte, ha sottolineato l’importanza dell’esperienza che i ragazzi stanno facendo a Bosco Marengo: « Mentre fate i primi passi nella società, toccate con mano una delle esperienze più significative dell’impegno civile in Italia».

Carla Pagani, dello Spi Cgil, ha raccontato dell’impegno dei sindacato nella lotta per i diritti e le ragioni che spingono il sindacato a occuparsi di memoria e di campi della legalità.

Due cose legate tra loro. «I diritti che abbiamo oggi – ha spiegato – non ci sono sempre stati, ma sono il frutto delle conquiste dei lavoratori che si sono battuti a partire dalla fine dell’Ottocento. Pensiamo alle lotte bracciantili, ai sindacalisti e ai contadini che sono stati uccisi dalle mafie. Molti erano giovanissimi, ragazzi della vostra età. Con Libera teniamo viva la memoria di queste persone che si sacrificarono per la liberà e i diritti, abbiamo cura della memoria, così come voi avete cura delle piante idroponiche di cascina Saetta».