Smemorati, il podcast per rovesciare gli stereotipi sull’Alzheimer

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Dal numero di luglio e agosto di LiberEtà parte una rubrica dedicata ai podcast, trasmissioni “radio”, su argomenti di vario genere, diffuse in internet e scaricabili su smartphone. Quello di cui scriviamo di seguito si intitola “Smemorati” ed è dedicato al rovesciamento degli stereotipi sull’Alzheimer.

E se gli smemorati fossimo noi? Rovesciando uno dei tanti stereotipi sull’Alzheimer, Anna Maria Selini ci porta nei “buchi neri” della malattia e nelle spiazzanti “reminiscenze” di suo padre Giulio. Le giornate sono diventate improvvisamente opache e incerte, ma incredibilmente Giulio ricorda vecchie storie che tutti hanno dimenticato. Smemorati è il titolo del podcast di Selini, un racconto da ascoltare tutto di un fiato, prodotto da Chora, la società editoriale diretta da Mario Calabresi. Come succede spesso nei podcast, il tema viene raccontato attraverso una storia di vita vissuta.

Strani ricordi. Nelle lunghe settimane che segnano il tempo nei villaggi bergamaschi colpiti duramente dal Covid, l’autrice inizia a parlare con il padre degli strani ricordi che ogni tanto lui sembra inventare per riempire i buchi sempre più fitti che la memoria si trova ad affrontare. «Decisi di intervistare mio padre, per distrarlo un po’ – racconta Selini –. Nonostante io faccia la giornalista, non gli avevo mai chiesto della sua infanzia. Quando cominciò a raccontare si aprì un mondo».

Storie incredibili. Alcune storie erano troppo incredibili per non essere vere. Storie di principi e di conti ribelli, di suore e di falò, di comandanti fascisti e vecchie trattorie. «Storie che nel piccolo paese di provincia dove sono nata, nessuno ricordava più. Tranne Giulio, naturalmente». Dei tanti racconti, uno la colpisce in modo particolare: riguarda la seconda guerra mondiale e il comandante della X Mas, Junio Valerio Borghese. Possibile che anche questa sia un’invenzione? si chiede l’autrice. Così comincia a scavare nel passato, «ma mentre lo facevo, mio padre si perdeva nel presente. Così, parallelamente, indagavo su una malattia che colpisce soltanto in Italia seicentomila persone». Il racconto diventa un’indagine sul passato di una memoria che vacilla e sul presente dominato dalla malattia, senza mai abbandonare la curiosità e la leggerezza. Perché tra un vuoto e l’altro, questa storia ci ricorda che forse, a volte, i veri smemorati siamo noi.