L’azzardo corre in rete. E supera il gioco tradizionale

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Nel 2022, in Italia, per le scommesse on line sono stati spesi oltre 73 miliardi di euro. Le persone coinvolte nel fenomeno sono cinque milioni. Cifre che devono far scattare un allarme

Scommesse sempre più a portata di clic. Ormai dagli anni della pandemia il gioco d’azzardo on line è sempre più diffuso, arrivando anche a superare quello tradizionale. Ecco alcuni dati riportati dal Libro nero dell’azzardo, realizzato da Federconsumatori in collaborazione con Cgil e Fondazione Isscon: nel 2022 il gioco on line ha superato i 73 miliardi di euro, sorpassando le scommesse fisiche, che comunque non sono state affatto messe da parte. Sommate al gioco on line, infatti, sono arrivate a far spendere agli italiani 136 miliardi di euro nel 2022, con una crescita del 22,3 per cento rispetto all’anno precedente. E con un valore complessivo delle giocate che supera il 7 per cento del Pil, ovvero della ricchezza nazionale!

Numeri preoccupanti. Numeri che devono mettere in guardia e che arrivano a coinvolgere oltre cinque milioni di giocatori in rete. Ma il dato davvero preoccupante che emerge è che il 25 per cento dei frequentatori più assidui delle piattaforme si trasforma in “giocatore problematico”: circa un milione e mezzo di italiani, concentrati soprattutto nelle regioni del Sud e per la maggior parte giovani e pensionati. Secondo uno studio di Nomisma, infatti, quasi quattro ragazzi su dieci (37%) tra i 14 e i 19 anni nel 2023 hanno giocato d’azzardo. E di questi, ben oltre la metà, circa il 64 per cento, lo hanno fatto navigando in internet. In crescita anche il numero dei frequentatori abituali, quelli cioè che giocano almeno una volta a settimana, arrivati ormai al 14 per cento. Tra i giochi on line più frequenti ci sono le scommesse: sportive (un terzo), su eventi (un quarto) e ippiche (16%). In diminuzione, seppur sempre oltre il 20 per cento, il poker on line e i giochi da casinò. Ma a preoccupare di più sono gli inviti a spendere inseriti dentro i videogiochi per console e per dispositivi mobili. In cambio di piccole somme di denaro, si possono ottenere ricompense per raggiungere gli obiettivi più velocemente. Una pratica pericolosa, che secondo molti studi può predisporre all’azzardo fin dall’infanzia. I più giovani sono maggiormente a rischio, perché possono giocare sempre e ovunque, lasciando  all’oscuro i genitori che si ritrovano poi anche con debiti da affrontare.

Over 65 a rischio. Altra fascia a rischio è quella degli over 65. Pur privilegiando giochi con cui hanno confidenza, come gratta e vinci, slot machine, videolottery e scommesse sportive, sono in aumento quelli che si dedicano all’azzardo on line, sviluppando dipendenze. Tra le cause ci sono la solitudine e la noia, che spingono spesso a tali comportamenti, magari con l’idea di vincere una somma per aiutare figli e nipoti o migliorare la propria condizione. In questo modo, però, finiscono spesso per sviluppare dipendenze, che li portano a perdere la sicurezza economica e a mettersi in potenziali condizioni di pericolo.

Famiglie sul lastrico. Ma il gioco d’azzardo può anche gettare sul lastrico le famiglie. Queste attività sono anche uno dei più importanti canali di riciclaggio, soprattutto nei territori ad alto tasso di criminalità organizzata. Le mafie hanno infatti sviluppato una propria filiera illegale del gioco d’azzardo on line, mettendo anche le mani su una parte di quella legale, come risulta da inchieste giudiziarie e giornalistiche. Un aspetto, questo, che sottolinea con ancora maggiore evidenza il bisogno di intervenire, cominciando con il finanziare di più le attività di ascolto e contrasto alle ludopatie delle Asl e di organizzazioni del terzo settore, come Caritas e Libera. Enti che hanno chiesto modifiche al recente decreto legislativo che riordina il settore dei giochi con norme più moderne e rigorose e che interviene sul fronte della prevenzione del gioco patologico. Ma per un intervento più incisivo il terzo settore ha avanzato richieste ben precise, come rallentare la frequenza di ogni singola operazione e sopprimere le scommesse tra privati e quelle sui singoli episodi degli eventi sportivi, oltre alla rigorosa attuazione del divieto assoluto di pubblicità. L’auspicio è che tramite la collaborazione tra istituzioni e associazioni sul territorio si possa davvero contrastare con successo un problema che rischia di dilagare.

Articolo pubblicato sul numero di giugno 2024 del nostro mensile. Per abbonamenti clicca qui