Generazioni contro le mafie: a Pietralunga Spi Cgil in campo con Libera sul bene confiscato alla ’ndrangheta

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Quasi cento ettari di terreno sottratti alla ‘ndrangheta e affidati a una cooperativa per il riutilizzo sociale. Trenta giovani (e meno giovani) da tante diverse parti d’Italia, pronti a mettersi in gioco, a sporcarsi le mani e a informarsi e conoscere insieme a Libera. E poi loro, le nonne e i nonni del campo, la forza dello Spi Cgil, perfettamente integrati in questa rete di impegno e fondamentali nel gruppo, non solo in cucina.
Siamo a Pietralunga, piccolo paese di 2000 abitanti al confine tra Umbria e Marche. L’ultimo posto dove ti aspetteresti di incontrare la mafia. E invece è qui che si trova il primo bene confiscato in Umbria ed è qui che ogni anno si svolge un campo di E!State Liberi! intitolato “Vecchie e nuove resistenze”, un filo rosso tra la lotta partigiana al nazifascismo e quella, che continua ancora oggi, per la legalità e la giustizia contro le mafie.
La settimana di campo che si è appena conclusa (19-25 agosto) ha prodotto molti frutti. Prima di tutto quelli della terra, sottratta alla famiglia mafiosa dei De Stefano di Reggio Calabria e coltivata a patate dalla cooperativa Pane e Olio (del circuito Arci) che oggi gestisce il bene. Ma oltre a questo risultato molto tangibile, c’è quello, forse ancora più importante, della determinazione e della volontà di continuare ad impegnarsi in prima persona per il bene comune.
Nell’ultima giornata di formazione, il gruppo di volontari di Pietralunga ha incontrato la segretaria dello Spi Cgil nazionale, Claudia Carlino. «Mi ha colpito molto la consapevolezza di questi ragazzi, che vogliono non solo stare dalla parte giusta, ma impegnarsi concretamente, in prima persona, non restare a guardare insomma», afferma Carlino. «Nel nostro incontro abbiamo parlato di migranti e di diritti di cittadinanza, partendo dal documentario realizzato dallo Spi Percorsi di vita e storie di immigrazione. Un tema – continua la segretaria – solo apparentemente scollegato dalla questione della lotta alle mafie, perché, come i ragazzi hanno dimostrato di cogliere appieno, è solo riconoscendo diritti e allargando i meccanismi di inclusione che si possono togliere spazi all’illegalità e al malaffare».
Il dibattito, al quale hanno partecipato tra gli altri anche Patrizia Venturini, responsabile legalità per lo Spi Cgil Umbria, Andrea Farinelli, segretario generale dello Spi Cgil Umbria, rappresentanti della Cgil di Perugia e regionale, oltre al sindaco di Pietralunga e ad altri rappresentanti istituzionali, ha toccato molti argomenti, dal tema di grande e triste attualità, del caporalato, a quello della “burocrazia cattiva” che spesso fa il gioco delle mafie, fino alla questione calda di queste ore dello Ius Scholae.
«Io quando penso a questi temi ricordo sempre a me stessa di essere stata fortunata a nascere qui, in Europa, nella parte ‘giusta’ del mondo – ha detto Elena, una delle ragazze che hanno partecipato al campo – Ma questo mi fa pensare che chi non ha avuto la stessa fortuna dovrebbe avere la possibilità di cercarla la sua felicità, spostandosi dove vuole per farlo». Riflessioni come questa indicano che c’è, nelle nuove generazioni, uno sguardo aperto e lungo, che dà speranza. «Per noi dello Spi mescolarci per una settimana a questi meravigliosi giovani, creando legami e amicizie, è stata un’esperienza molto bella – ha raccontato Gabriele, volontario dello Spi Cgil di Forlì-Cesena, che ha partecipato al campo insieme a Oriana, Mara e Claudia – Da questo incontro tra generazioni possono nascere grandi cose, noi certamente ci portiamo a casa tanto rinnovato entusiasmo e la voglia di continuare a metterci in gioco».