Erbè, il campo della legalità. Claudia Carlino, un’esperienza innovativa

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Come trasformare l’alternanza scuola-lavoro in un periodo della vita da ricordare? Un’esperienza non circoscritta al lavoro. All’opposto, un’esperienza di relazione a 360 gradi con associazioni, istituzioni, organizzazioni sociali e altro ancora?

È ciò che lo Spi Cgil di Verona e di Vicenza stanno facendo al campo della legalità di Libera, situato a Erbè, un paese di poco meno di duemila abitanti in provincia di Verona. In quest’area, sono stati confiscati alla criminalità organizzata venticinque proprietà, tra le quali un’azienda e diversi immobili: edifici, capannoni, terreni agricoli, fabbricati rurali.

Questa bella storia inizia alcuni anni fa, quando un gruppo di docenti del liceo scientifico G. B. Quadri di Vicenza presenta un progetto coraggioso: far svolgere ai propri studenti la formazione-lavoro nel campo di Libera a Erbè. Da lì a poco, anche l’Istituto tecnico Silvio Ceccato di Montecchio Maggiore si imbarca nel progetto e l’avventura ha inizio.

Siamo in piena pianura Padana, un’area di risaie e campi di mais. Il bene confiscato sorge 25 km a sud della città scaligera; è costituito da vari fabbricati e da un terreno di circa 18.000 mq. Apparteneva a un affiliato alla ‘ndrangheta che lo usava come quartiere generale per gestire lo spaccio di droghe. Anche quest’anno, dal 13 al 21 giugno, il campo della legalità ha aperto le porte a trenta studenti dei due istituti scolastici. Quasi tutto, dalla progettazione delle attività formative e ricreative, al tutoraggio, alla preparazione dei pasti è reso possibile grazie all’impegno congiunto di volontari e funzionari dello Spi Cgil di Verona e di Vicenza.

Dopo la conclusione del progetto di alternanza scuola-lavoro, Diritti in campo 2024 (questo è il nome assegnato da Libera a Erbè) proseguirà le sue consuete attività di formazione sull’antimafia e sulla legalità rivolte a giovani (e meno giovani) di tutte le età e provenienza.

Lavoro, formazione e momenti ludici

A Erbè, le giornate di formazione-lavoro degli studenti sono trascorse veloci tra le tante cose da fare: la manutenzione degli edifici, la ripulitura del sottobosco, i murales, la rassegna stampa quotidiana, la preparazione dei pasti e, non ultimo, le biciclettate, i balli, le grigliate, la musica e i giochi di gruppo. Estrema l’importanza è stata assegnata alla formazione sulla sicurezza, pianificata nei dettagli dal sindacato dei pensionati Cgil. Oltre a un kit contente occhiali, guanti e grembiuli di protezione, ragazzi e ragazze hanno imparato a maneggiare pennelli e cesoie sempre affiancati da un tutor, a leggere i manuali degli attrezzi utilizzati per il loro lavoro e le etichette delle vernici (tutte idrosolubili).

Ma procediamo per ordine. Ogni studente si è cimentato, di mattina, in uno dei quattro gruppi di lavoro manuale: “Verde”, “Manutenzione”, “Riordino” e “Casa”. I pomeriggi sono stati dedicati alla riflessione su argomenti di attualità: la difesa della legalità, il bullismo cibernetico, i diritti del lavoro, i principi della Costituzione italiana. Ecco allora un fitto programma di incontri con esponenti di Libera, Avviso Pubblico, l’Agesci, l’Unione degli studenti universitari, il sindacato di polizia della Cgil, la Flai-Cgil, lo Spi Cgil. E ancora, amministratori locali, giornalisti e scrittori e un reading musicale dedicato a porto Marghera e alle lotte per l’emancipazione operaia nel secondo dopoguerra. Non poteva mancare, l’approfondimento sulla carta fondativa del Paese, attraverso la vivace presentazione del libro di Sergio Merendino, Storia della Costituzione.

L’ultimo giorno si è tornati a parlare di mafie con il Centro di documentazione criminalità organizzata in Veneto e il racconto di due procedimenti giudiziari (Taurus e Isola Scaligera), nei quali la Cgil regionale si è costituita parte civile. «Perché le mafie attraverso la corruzione e la concorrenza sleale – spiega Stefano Facci, della segreteria Spi Cgil  Verona – danneggiano non solo le dinamiche economiche, ma anche il mondo del lavoro e i lavoratori che il sindacato rappresenta».

Un’esperienza innovativa e coraggiosa

«A Erbè, giovani e anziani hanno vissuto insieme a una delle più innovative e originali esperienze di partecipazione e formazione che lo Spi Cgil costruisce sul territorio – afferma Claudia Carlino, della segreteria nazionale Spi Cgil –. Grazie al sindacato dei pensionati della Cgil gli studenti delle scuole superiori hanno l’opportunità di vivere un percorso di scuola-lavoro profondamente formativo. Hanno l’occasione di riflettere e approfondire argomenti quali le lotte contro le mafie, l’impegno civile, la giustizia sociale, il riuso comunitario dei beni confiscati, il contrasto alla violenza di genere, le tante forme di bullismo. È un modo diverso e coraggioso di apprendere, di formare i giovani e le giovani, di riflettere sulla scuola ma anche sul mondo del lavoro. È un modo alternativo di stare insieme, ragionare sull’oggi e sulle prospettive future».

Un ponte tra le generazioni

«Al campo della legalità di Erbè lo Spi Cgil tenta di gettare un ponte tra le generazioni – dice Stefano Facci, della segreteria Spi Cgil Verona –. E non solo, i ragazzi e le ragazze tornano a casa con una cassetta degli attrezzi che poi un giorno decideranno come utilizzare. Un bagaglio di esperienze lavorative manuali, come potare le piante del sottobosco, fare il pane, riparare le biciclette o pitturare un murales, preparare la una rassegna stampa, che possono sommare a quanto apprendono sui banchi di scuola. Ma la cosa più importante per il sindacato è che gli studenti oltre alle attività lavorative abbiano l’occasione di entrare in relazione, senza titubanze e mediazioni, con istituzioni e realtà associative. Insomma – conclude il sindacalista –, lo Spi Cgil  crede in questo progetto e sta investendo. Speriamo che prima o poi, anche altri istituti scolastici si facciano avanti e scelgano per i loro studenti questa modalità di svolgere la formazione-lavoro».